Con la conversione in legge del DECRETO AIUTI, dal 16 luglio cade una delle ultime incongruenze normative del Superbonus.
Anche nelle zone di pregio ambientale, vincolate ai sensi dell’art 136 del d.lgs. 42/04, è possibile ricondurre alla ristrutturazione edilizia gli interventi di abbattimento e ricostruzione senza il rispetto di volume, sagome, sedime e prospetti dell’edificio.
Fino ad ora c’è stato l’impedimento a meno della fedele riproposizione dell’edificio preesistente e ciò se da un lato ha precluso la possibilità di rigenerare ruderi avvalendosi del superbonus, dall’altra ha generato un paradosso normativo, vietando degli interventi che sovente sono ammessi dagli strumenti urbanistici (PTP) che tutelano e regolamentano dette aree: La Soprintendenza autorizza e il superbonus non ammette inquadrando la variazione dell’edificio preesistente come una nuova costruzione e non una ristrutturazione.
Alla fine, e quasi allo scadere del tempo, finalmente abbiamo rimosso lo scoglio e ripristinata la condizione di pari opportunità per tutti i cittadini italiani.
Del resto, è proprio nelle zone vincolate paesaggisticamente che c’è urgenza nel convertire ruderi inutilizzati e deturpanti il paesaggio in abitazioni confortevoli, sicure ed efficienti.
Questo il riepilogo di cosa è possibile fare dal 16 luglio in dette aree che ricordiamo interessano parti estese dell’Italia.
Felici tutti per questa ulteriore correzione ma ci troviamo a gestire un’altra incongruenza: IL TEMPO.
Le scadenze che impongono il 30% dei lavori a settembre e la chiusura al 31 dicembre per le unifamiliari, rendono impossibile poter cogliere questa opportunità, vanificando l’aggiusto normativo.
Questo è uno degli innumerevoli punti su cui gli organi dello stato e la futura classe politica, dovranno riflettere al fine di consentire il prosieguo dell’incentivo.
È vero, il Superbonus resta una misura nata male, buoni i propositi basati su regole poco congruenti che ne hanno bloccato l’operatività. Va tuttavia riconosciuto la genialità della misura e il forte volano che, nonostante tutto, ha significato per l’edilizia. Bloccarlo ai tempi in vigore sarebbe l’ulteriore massacro, anzitutto ora con la crisi energetica che morde.
Dobbiamo accelerare il processo di conversione del patrimonio edilizio che ricordiamo mantiene un’ alta vulnerabilità sismica e resta marcatamente Energivoro.
Dobbiamo mettere a sistema il processo di miglioramento del patrimonio edilizio ed il superbonus rappresenta una misura ardita per il modo in cui è riuscita a coniugare l’impossibilità economica all’intervento con l’opportunità di farlo.
Se manchiamo questa opportunità, lo Stato non risparmierà soldi, aumenterà le spese da destinare alle emergenze post sismiche ed energetiche.
Non è forse questa la vera emergenza da contrastare in Italia?
Nel condurre una ricerca sullo stato del patrimonio edilizio scolastico abbiamo acquisito dei dati allarmanti sui cui dovremmo interrogarci tutti: scarica qui la ricerca
E’ su questo che auspichiamo possa iniziare la riorganizzazione del Superbonus; il volano economico deve essere un’opportuna conseguenza della necessità che resta il miglioramento della SICUREZZA SISMICA E IL COMPORTAMENTO ENERGETICO dei nostri edifici.
Per farlo serve anzitutto il tempo principale garante della qualità dei progetti, della corretta esecuzione dei lavori e dei controlli.
Tempi certi mai corti!
Marisa Massaro