Francamente non mi viene in mente modo migliore per sintetizzare quanto ha accompagnato ed accompagna il Superbonus.
Una misura eccezionale che coraggiosamente ha puntato al prioritario bisogno di migliorare il Patrimonio edilizio esistente.

Si è partiti dalla necessità di riattivare la filiera dell’edilizia facendo leva sull’Innovazione.
Un intervento straordinario ed intelligente capace di contrastare strategicamente la precarietà dei lavoro edile, sovente strozzato da una economia vocata al ribasso della necessità che mal si coniuga con la qualità.

Una misura capace di porsi come volano per la transizione ecologica, che ricordo anzitutto a me stessa, essere un obiettivo europeo e non uno slogan green di tendenza popolare.
Ma ancor più una misura che ha avuto le potenzialità di mettere a sistema il miglioramento sismico degli edifici, aspetto questo su cui è bene soffermarsi, considerato l’alto rischio sismico del nostro territorio ed anche la costosissima gestione dell’emergenza post sismica. Ma si sa in Italia siamo bravi a gestire le emergenze, forse è per questo che dimentichiamo la convenienza nell’evitarle.

Strategicamente nulla da dire,

I numeri dopo due anni poi confermano l’efficacia e la necessità di tale virtuosa misura.

A fine articolo troverai il link per collegarti al report su quanto ha prodotto il superbonus.

C’è poi una ulteriore positività, Il superbonus ha operativamente ammodernato leggi e metodologie di approccio alla progettazione ed alla costruzione, ha  creato un perimetro di rinnovamento legato al fare. Dopo non pochi tormenti, effettivamente si è messo mano alle incongruenze normative, si sono semplificare leggi e si sono posti dubbi e critiche sulle lungaggini burocratiche ed i tanti ENTI che, a volte più che tutelare cristallizzano il territorio,  divenendo dei freni per azioni e progetti di valore.

Tanti troppi vantaggi che sono stati infranti dal blocco del credito, unico e solo motore del tutto.

Dopo un fermento iniziale oggi non se ne parla più, inquinati dal tormentone delle intercettazioni e della cattura del boss latitante.  Sullo sblocco del credito è calato il silenzio. Nel mentre i tecnici contabili dello stato continuano a dire no al Superbonus.  Un fermo diniego alla misura omettendo i perché ed evitando di spiegarci a quali svantaggi essa ci porterebbe in un arco temporale più lungo di un anno contabile. Il Superbonus dovrebbe rappresentare un investimento e non un semplice costo, mancando questa visione non ci sarà mai un punto di tangenza tra la ragioneria dello stato e le diverse categorie di settore.

Nei riguardi dell’intera filiera edilizia che tanto o tantissimo ha investito con propri mezzi sul Superbonus, non vi è al momento nulla di certo. Solo sussurri alla pressante richiesta di un quadro regolamentare chiaro per favorire la ripresa della circolazione dei crediti d’imposta 

Che non sia l’incertezza e peggio l’oblio, anche questa volta a condurre sul binario morto la filiera edilizia.

Nel mentre ci sono aziende come la nostra (visita il sito Duo system ed Irondom) che con coraggio investono per introdurre soluzioni tecnologiche adatte. Aziende che stanno onorando i tanti cantieri sperando di avere quella boccata di ossigeno con lo svincolo dei crediti maturati semplicemente per continuare ad operare su altri cantieri. Lavorare per rendere sicuri ed efficienti gli edifici o per costruire in modo innovativo in luogo di un edifici inadatti o inutilizzati.

Il nostro intento è migliorare il patrimonio edilizio esistente, renderlo sicuro, efficiente innovativo, NON È REATO MA UNA NECESSITA’ anzitutto per lo STATO.

Siamo sommersi di richieste, ma per il momento dobbiamo aspettare che qualcosa cambi.  L’attesa e l’incertezza, sono queste le sfumature del  fallimento di una misura di VERO  Successo.

SCARICA QUI  i report con i dati prodotti da Superbonus .

Arch. Marisa Massaro